Le regole che penalizzano la sanità pubblica milanese

Nel Corriere della Sera del 29/04/2021 viene pubblicata la lettera di Stefano Magnone.

Caro Schiavi,
nella lettera al Corriere (pubblicata il 27 aprile) Carlo Borsani manifesta la sua tristezza e la sua rabbia nel vedere i lavori del Policlinico, così arretrati rispetto a quanto tutti ci aspettiamo e da tempo desideriamo. Da medico attivo nel pubblico non posso che rammaricarmi, ancora una volta, nel constatare che il servizio sanitario pubblico regionale, per poter reggere la concorrenza del privato lombardo, deve giocare la stessa partita con regole diverse. Non sono solo le norme sugli appalti a penalizzarci, sono gli stessi criteri di accreditamento, fissati 25 anni fa, in un’altra era geologica, che oggi ci espongono a contratti diversi per il personale, a percentuali opposte tra medici precari e stabili, a remunerazioni basse nel privato, fatte salve le (poche) star, e più alte nel pubblico. Eppure i rimborsi Drg sono gli stessi, con minime differenze tra chi opera maggiormente nell’urgenza/emergenza (il pubblico) facendosi carico dei pesi maggiori in termini di onerosità clinica e chi invece può scegliere (il privato) prestazioni più remunerative. Queste ultime parole non sono farina del sacco del bieco sindacalista, ma citazioni di delibere di giunta pre-pandemia. È davvero venuto il momento di riformare il sistema, se non si vuole un sistema ricco per i ricchi e povero per i poveri: regole uguali per tutti in ogni settore del mercato sanitario. Absit iniuria verbis, perché leggere di mercato sanitario (e quindi di concorrenza) fa sempre venire i brividi.

Stefano Magnone, segretario Anaao-Assomed Lombardia

Leggi l’articolo completo qui.

Scroll to top